2020/09/17 • Cronache Maceratesi

FrancescoBravi-ChiSono

[..] Bravi: «Sosteniamo le piccole imprese»

REGIONALI – Entrambi di Cingoli, [..] Il secondo, imprenditore agricolo, è candidato con Marche Coraggiose per Mangialardi

Anche Cingoli guarda a palazzo Raffaello. Dal Balcone delle Marche corrono in sei. Nel centrodestra Lorenzo Cignali (UDC-Popolari per le Marche), Filippo Saltamartini (Lega), Maria Letizia Scalpelli (Fratelli d’Italia) e Anna Maria Tittarelli (Civici per il territorio). Nel centrosinistra Lucia Pistelli (Lista riformista: Italia Viva, Partito Socialista, Demos, Civici Marche) e Francesco Bravi (Marche Coraggiose). Di seguito, uno per schieramento, raccontano la loro scelta e i loro progetti Filippo Saltamartini, attuale vicesindaco di Cingoli e Francesco Bravi, dello storico Mulino Bravi. 

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di Leonardo Giorgi

Francesco Bravi, candidato consigliere regionale nella lista Marche Coraggiose

«C’è sensazione di sfiducia verso la politica in generale, le persone spesso non fanno distinzione tra destra e sinistra. Bisogna puntare più alla persona che all’ideologia politica se vogliamo evitare l’astensionismo». Il candidato consigliere regionale Francesco Bravi, in lista con Marche Coraggiose nella coalizione per Maurizio Mangialardi, non usa mezzi termini e avverte le parti in gioco.

Nato a Cingoli, cresciuto a Roma e profondo conoscitore del territorio e del settore delle piccole imprese, oltre a ricoprire importanti ruoli in Cna, Bravi da 11 anni si occupa dell’attività di famiglia con i suoi fratelli: lo storico Mulino Bravi, che oggi produce farine all’avanguardia a basso impatto ambientale e a chilometro zero.

Viaggiando per il territorio durante la campagna elettorale, il candidato ha avuto modo di sentire il polso della popolazione e carpire sensazioni importanti: «Tante persone mi hanno detto “vado a votare solo perché ci sei tu, sennò altrimenti non mi importerebbe niente”.

Specialmente nell’area del cratere sismico, le persone hanno perso completamente fiducia nelle istituzioni, anche in modo comprensibile. Sono cambiati diversi governi e la ricostruzione è ancora a un punto morto. Dobbiamo puntare alle persone e alle idee concrete più che ai simboli politici, altrimenti rischiamo un astensionismo di massa».

Per quanto riguarda i sondaggi, «Sì, Acquaroli sembra che sia in testa, ma in giro non sento troppo entusiasmo attorno al candidato. Un conto è un sondaggio, un conto è uscire di casa e andare a votare. Allo stesso tempo, l’elettorato di centro sinistra è in genere più abituato a votare a prescindere da Covid, meteo e quant’altro: l’esperienza dell’Emilia-Romagna insegna. Dal mio punto di vista, ovviamente, mi auguro avvenga la stessa cosa nelle Marche».

Tra i temi della campagna elettorale di Francesco Bravi, i principali riguardano tutela della piccola impresa, ambiente e ricostruzione delle aree terremotate. «Il tessuto produttivo marchigiano – spiega Bravi – è composto in larga parte da piccole e medie imprese o addirittura da micro-imprese operanti nel settore artigianale e manifatturiero.

Purtroppo, già con la crisi del 2008, le imprese marchigiane hanno sofferto una forte contrazione e ora, in piena pandemia Covid-19, rischiano di perdere competitività, di vedere il proprio personale diminuire o, alcune di esse, di chiudere le attività. In questo senso, la Regione Marche, si è impegnata negli anni nell’attivare bandi di finanziamento, anche attraverso l’uso di fondi europei per far fronte a questa situazione. Bisogna, però, osare di più e mettere in campo risorse aggiuntive per sostenere le iniziative anche di quelle piccole aziende che vogliono diventare grandi.

Se eletto promuoverò e sosterrò azioni volte ad aumentare le risorse in questa direzione, istituendo bandi regionali di finanziamento a sostegno dell’economia regionale, anche a misura di piccole aziende».

Per quanto riguarda ambiente e ricostruzione, «promuoverò e sosterrò progetti per estendere ed incentivare una politica di rifiuti zero e che incentivi nuovi settori produttivi legati al riutilizzo e al riciclo dei materiali.

Per la ricostruzione, l’obiettivo è rafforzare gli uffici preposti a fornire assistenza e guida per avviare e accelerare le pratiche della ricostruzione.

Mi batterò, inoltre, affinché le nostre piccole e medie imprese, nonché le loro maestranze, possano partecipare alla ricostruzione».

2020/09/14 • AnconaToday

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Elly Schlein ad Ancona, l’appello della Pergolesi: «Votate per Marche Coraggiose»

L’ex esponente pentastellata ringrazia la vicepresidente dell’Emilia Romagna: «Evitate voti inutili verso movimenti e partiti che si candidano a essere irrilevanti»

Transizione ecologica e lotta alle disuguaglianze. Elly Schlein, vicepresidente dell’Emilia Romagna, rilancia, riaffermandoli con forza, alcuni dei temi cari a Marche Coraggiose, al fianco del candidato presidente di centrosinistra Maurizio Mangialardi. Giustizia sociale e ambiente sono, del resto, gli argomenti che la lista progressista ed ecologista intende porre al centro dell’agenda politica della coalizione. Molto partecipati gli incontri regionali che hanno visto protagonista l’esponente del governo emiliano nel weekend appena trascorso.

«Ringraziamo Elly per esser venuta in tour nella nostra regione con l’obiettivo di sostenere la lista di Marche Coraggiose con Mangialardi Presidente – le parole di Romina Pergolesi, coordinatrice di lista -. Come per il laboratorio Pesaro, dove l’assessore Francesca Frenquellucci sta attuando il programma 5 stelle, anche i nostri candidati consiglieri regionali lavoreranno per il bene comune: salute, ambiente, lavoro, legalità e soprattutto ricostruzione saranno i nostri primi obiettivi da raggiungere». Ecco, dunque, l’appello. «Crediamo che questa pericolosa destra, che si è spartita le varie regioni con il manuale Cencelli, vada arginata in ogni modo – osserva Romina Pergolesi -. Il mio invito è rivolto agli elettori progressisti, con particolare riferimento a quelli che hanno creduto nel Movimento 5 Stelle, e che ora non possono ovviamente più farlo. Il consiglio è di evitare di votare per chi si candida fin da ora all’irrilevanza politica. Se le cose si vogliono davvero cambiare, bisogna avere il coraggio di metterci la faccia».

https://www.anconatoday.it/politica/elezioni-regionali-2020/elly-schlein-ancona-marche-coraggiose-pergolesi.html

2020/09/03 • ACLI/CSV

2020_09_03-ACLI_CSV

Le ACLI delle Marche sulle elezioni regionali del prossimo settembre 2020

Le ACLI delle Marche sulle elezioni regionali del prossimo settembre 2020 Le elezioni regionali del settembre 2020, rinviate a causa del Covid, si tengono in un momento difficile per la storia delle Marche e dell’intero Paese. Oltre a sollecitare percorsi di nuova partecipazione e di impegno diffuso con l’obiettivo di ridare speranza ai tanti cittadini colpiti dalle conseguenze della crisi e dall’ansia per il proprio futuro, una Associazione come le ACLI non si sottrae al compito di indicare alcuni obiettivi ritenuti prioritari per la nostra regione. Li sintetizziamo in dieci “parole chiave” con una precisazione: tutte hanno sullo sfondo una centralità, quella dei giovani. Una regione e un Paese incapaci di valorizzare i propri giovani non hanno futuro:

  1.  Istituzioni. L’epidemia di Covid ha avuto alcuni effetti paradossali, di cui non sempre ci rendiamo conto: di fronte ai drammatici effetti sociali ed economici dell’epidemia tutti hanno chiesto un forte intervento dello Stato. Lo hanno chiesto anche quelli che prima urlavano: “Meno Stato e più mercato”. Serve uno Stato efficiente e servono istituzioni (statali e regionali) più vicine ai cittadini e al servizio dei cittadini.
  2. Sanità. L’epidemia di Covid ci ha fatto comprendere l’importanza del Servizio Sanitario Nazionale, dopo che per decenni lo abbiamo sottoposto a pesanti tagli. E ci ha fatto comprendere che deve essere un Servizio certo efficiente, ma pubblico e diffuso nel territorio. La rete sanitaria regionale va quindi ripensata profondamente in modo da giungere a una vera medicina territoriale.
  3. Inclusione. I grandi fenomeni migratori e i processi di impoverimento in atto hanno reso centrale il tema dell’esclusione sociale. Nelle Marche sta crescendo il numero degli esclusi. Contrastare l’esclusione sociale significa contrastare l’idea che la povertà più grave e la marginalità sociale siano un problema di ordine pubblico: i poveri non sono delinquenti. Questo vale però per tutti i poveri: per gli italiani e per gli immigrati. Non è accettabile una società basata sull’intolleranza, sull’odio e sull’esclusione. Le Marche si proclamano una regione accogliente; chiediamo politiche di inclusione sociale, per tutti.
  4. Povertà. Il Reddito di cittadinanza, avendo aumentato le risorse disponibili, è riuscito a dare un sostegno a un maggior numero di famiglie. Ma senza le nuove politiche attive per il lavoro, il reddito di cittadinanza si riduce soltanto a un sussidio assistenziale. Per affrontare un fenomeno complesso come quello della povertà non bastano le misure di sostegno al reddito; bisogna intervenire, oltre che sui centri per l’impiego, anche sulla sanità, sulla scuola e, più in generale, sui servizi sociali per l’intera famiglia, creando attorno al Reddito di cittadinanza una rete di Welfare locale, fatta di stretti rapporti fra gli operatori sociali del settore, il volontariato e il Terzo Settore.
  5. Aree interne. Anche prima del terremoto del 2016 l’Europa aveva lanciato la Strategia delle aree interne. Il terremoto ha mostrato la fragilità di un modello di sviluppo incentrato unicamente sul turismo. Oltre a denunciare ancora una volta gli intollerabili ritardi della ricostruzione, chiediamo politiche integrate in grado di rilanciare l’economia e la vita di tutto l’entroterra, nella convinzione che le aree interne non sono un problema ma una opportunità da cogliere. In questo senso anche la ricostruzione può divenire una opportunità, ma solo con un processo di ricostruzione partecipata si potrà far rinascere le comunità distrutte e dare un futuro ai paesi dell’Appennino.
  6. Macroregione. Le Regioni Toscana, Umbria e Marche hanno avviato un processo di coordinamento e di integrazione con l’obiettivo di dar vita a una “macroregione”. La “macroregione dell’Italia di mezzo” svolgerà un ruolo positivo se spingerà a intervenire sulle criticità più preoccupanti emerse negli ultimi anni: dalle politiche su lavoro, ricerca e innovazione alle infrastrutture materiali e immateriali; dalle politiche territoriali e ambientali ai nodi dell’internazionalizzazione. Ma una nuova regionalizzazione, magari economicamente più efficiente, non può essere fatta a tavolino, con l’intervento soltanto di politici e funzionari regionali, senza coinvolgere la società civile di ciascuna regione: dal sindacato all’associazionismo e ai mondi vitali presenti nelle comunità locali. Non nascono nuove regioni se non si coinvolgono i cittadini.
  7. Formazione. Tutte le analisi dedicate al futuro dell’umanità attestano un dato: cresceranno di più i Paesi che punteranno sull’istruzione, in particolare: istruzione formale (specialmente tecnica e scientifica) e istruzione pratica (con tirocini e maggiori rapporti tra scuola e lavoro). Come sta già accadendo fra i Paesi più industrializzati al mondo, cresceranno di più i Paesi che punteranno sulla ricerca e investiranno nella ricerca (ricerca pura e ricerca applicata). Chi non investe in Ricerca e sviluppo sarà al traino dei Paesi più avanzati. Occorre puntare sulla scuola, sulla qualità della scuola e sull’alternanza scuola-lavoro, con l’obiettivo di avere più laureati soprattutto nei settori scientifici e tecnici. Ma servono anche percorsi di formazione permanente e politiche attive che accompagnino l’aggiornamento delle competenze.
  8. Innovazione. Ormai è accertato: il futuro di ogni Paese dipende dalla capacità di innovare; occorre quindi favorire l’innovazione tecnologica. La bassa produttività dell’Italia è dovuta all’ancora larga diffusione di imprese nei settori maturi, al permanere di tecnologie tradizionali e alla mancanza di investimenti in innovazioni tecnologiche. Manca una politica che si muova in questa direzione. L’unica misura presa (la legge Industria 4.0), da sola, è chiaramente insufficiente. Serve un Piano industriale nazionale. La colpa non è solo della politica. Manca una classe imprenditoriale che creda nell’innovazione. I nostri imprenditori hanno scelto di delocalizzare in Paesi con un basso costo del lavoro, puntano a restare sul mercato pagando poco i loro lavoratori, non assumono giovani laureati e non investono in nuovi macchinari. Gli esempi, anche nelle Marche, non mancano. Con queste scelte non c’è futuro.
  9. Lavoro. L’attuale crisi ha dimostrato quali sono gli effetti deleteri di una eccessiva finanziarizzazione dell’economia. Bisogna tornare a privilegiare l’economia reale (e non le rendite finanziarie) con l’obiettivo di far crescere il lavoro.. E servono investimenti per la creazione di nuova occupazione. Nella cosiddetta “economia verde”, ad esempio, vari settori possono offrire nuove opportunità di lavoro. Molti altri posti di lavoro, per fare un altro esempio, potrebbero essere garantiti dalla corretta gestione e dalla costante manutenzione del territorio, in modo da evitare le enormi spese provocate dal dissesto idrogeologico. L’intero pianeta avrà un futuro solo se si riuscirà a realizzare uno sviluppo sostenibile: ma la vera sostenibilità, oltre a quella ambientale, è anche quella sociale. Occorre puntare sulle energie rinnovabili e sull’agricoltura biologica, ma occorre anche salvaguardare la coesione sociale aiutando i più deboli e contrastando anche le eccessive disuguaglianze con politiche fiscali di redistribuzione.
  10. Giustizia sociale. La crescita delle disuguaglianze che si è avuta negli ultimi decenni sta minando la coesione della nostra società. Senza coesione sociale una società non ha futuro. La coesione sociale si ottiene coltivando e favorendo i rapporti sociali: quindi evitando di disperdere il capitale sociale sul quale si è costruita la fortuna di regioni come le Marche e dell’Italia intera. Ma la coesione sociale è frutto anche della giustizia sociale. Come in Italia, anche nelle Marche siamo di fronte a una politica che non guida lo sviluppo e una classe imprenditoriale che rinuncia al suo ruolo. È una strada senza futuro. Se così è per l’Italia, ancora di più lo è per le Marche. Lo attesta l’Istat. Siamo una regione che non innova, che non investe in Ricerca e sviluppo, che non dà spazio ai giovani e che anzi li spinge a emigrare in altri Paesi europei dove per loro c’è lavoro e c’è un lavoro retribuito in modo decente. Se non si cambia, non fermeremo il declino del nostro Paese.

https://www.csvmarche.it/ultime-notizie/le-acli-delle-marche-sulle-elezioni-regionali-del-prossimo-settembre-2020

2020/09/02 • QDM

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CINGOLI / Elezioni regionali, Francesco Bravi capolista per “Marche Coraggiose”

Tra i proprietari dell’omonimo mulino, ha portato avanti negli anni diverse battaglie a difesa della piccola impresa e dell’ambiente

Oltre a Lucia Pistelli e Serena Cavalletti, anche Francesco Bravi si è candidato a fianco di Maurizio Mangialardi per lo schieramento del centrosinistra. L’imprenditore cingolano, infatti, è stato inserito nella lista “Marche Coraggiose” come capolista del collegio di Macerata.

Chi è Francesco Bravi

Nato a Cingoli nel 1954, Francesco Bravi si è trasferito giovanissimo prima a Polverina di Camerino e poi a Roma negli anni ‘70, dove acquisisce il diploma di tecnico delle industrie elettriche ed elettroniche. Nel tempo libero è stato calciatore nelle squadre dilettantistiche romane di calcio.

Torna nelle Marche dopo il servizio militare per dedicarsi al “Mulino Bravi 1565”, gestito all’epoca dal nonno. A 22 anni intraprende un’attività in proprio nella costruzione di impianti elettrici.

L’impegno in Confartigianato e in Camera di Commercio

Per questo si è iscritto alla Confartigianato di Macerata e come presidente degli impiantisti (carica che ricopre tutt’ora) ha condotto tante battaglie a difesa della piccola impresa. Membro della Commissione provinciale Artigianato presso la Camera di Commercio di Macerata, dopo il terremoto del 1997 Bravi ed altri artigiani hanno istituito un consorzio di imprese nel settore edile.

«L’intento – spiega – era quello di creare uno strumento a disposizione delle piccole aziende del territorio maceratese, per partecipare alle gare di appalto da protagonisti, utilizzando i requisiti del consorzio ed evitando i subappalti. Un’operazione simile è stata ripetuta dopo il terremoto del 2016 con l’amico Giovanni Salvucci e la collaborazione di Confartigianato Macerata, rifondando il Consorzio Artigiano Casep, per favorire la partecipazione delle piccole imprese alla ricostruzione post-sisma».

Dal 2013 è tornato a prendersi cura del Mulino Bravi, insieme ai fratelli Ubaldo ed AndreaEreditata dal padre Guido, l’attività produce farine integrali biologiche a basso impatto ambientale e derivate esclusivamente da cereali locali.

L’attività politica

Ha all’attivo anni di attività politica intensa nelle formazioni del centro-sinistra. Nelle elezioni comunali del 2019 Bravi si era candidato a fianco di Raffaele Consalvi nella lista “Uniti per Cingoli”, mentre nel 2014 appoggiava Giorgio Giorgi nello schieramento di “Cingoli Sviluppo”. 

Ha fondato, insieme ad amici, ecologisti e sostenitori della sostenibilità ambientale, l’associazione “Naturalmente Le Marche”, al fine di promuovere una nuova coscienza ambientale che combini la tutela del territorio con le nuove opportunità di progresso economico.

Ora arriva la candidatura per le elezioni regionali nella lista “Marche Coraggiose”, a fianco del candidato presidente Maurizio Mangialardi. A differenza dell’altra cingolana Serena Cavalletti, Francesco Bravi può essere votato dai cingolani, essendo stato inserito come capolista nel collegio di Macerata.

«Ho deciso di candidarmi – spiega il 66enne – e di impegnarmi attivamente per mettere le mie competenze di imprenditore e la mia passione politica a servizio dei cittadini marchigiani e delle piccole imprese artigianali, commerciali e agricole, tutelando e sostenendo quel tessuto produttivo spesso poco ascoltato dalle istituzioni».

I suoi ideali politici sono chiari.

«Condivido – sottolinea – valori di accoglienza e uguaglianza delle opportunità, credo nello spirito di iniziativa individuale e nel merito. Sono da sempre molto attento alle tematiche ambientali e al rispetto della natura. E sono per una politica che ascolti e risolva i problemi concreti delle persone e che unisca. Sono per una società più giusta che distribuisca lavoro e ricchezza».

Le elezioni regionali saranno per il cingolano un momento decisivo.

«Siamo ad una svolta – conclude – nella quale per ripartire abbiamo bisogno di promuovere le Marche nei suoi elementi caratterizzanti: l’unicità del paesaggio, la qualità del vivere e il saper fare maturato storicamente dallereti produttive. Per fare questo è necessario individuare strumenti e strategie per lo sviluppo delle piccole imprese, favorendo la partecipazione alla ricostruzione dell’area del sisma, la loro internazionalizzazione e infine l’ambiente come motore di progresso sociale ed economico».

Giacomo Grasselli

https://www.qdmnotizie.it/cingoli-elezioni-regionali-francesco-bravi-capolista-per-marche-coraggiose/

2020/08/31 • CGIL/CISL/UIL

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LE MARCHE DI DOMANI

Secondo Daniela Barbaresi, Sauro Rossi e Claudia Mazzucchelli, Segretari Generali di CGIL CISL UIL Marche, “di fronte alla profonda trasformazione nella struttura economica e sociale in termini di quantità e qualità dell’occupazione, reddito e sicurezza sociale, occorrono risposte nuove e inedite puntando su lavoro, sostenibilità sociale e ambientale, coesione e sviluppo con investimenti pubblici e privati, innovazione, accompagnamento nei processi di riconversione e transizione verso un’economica verde, digitale e interconnessa riconoscendo il valore del lavoro. Un nuovo modello di sviluppo che coniughi lavoro e diritti delle persone, innovazione e territorio, coesione e sostenibilità e che sia alla base per un Patto tra la Regione e le Parti sociali ed economiche delle Marche”. Queste le priorità per il Sindacato:

  1. Sviluppo sostenibile, riconversione produttiva e rilancio del Made in Italy.
    La Regione deve promuovere, sostenere e accompagnare i processi di transizione tecnologica e digitale e quella ecologica attraverso politiche e interventi integrati: politiche industriali, politiche di sviluppo, creazione, sostegno e tutela del lavoro, formazione. 
    Vanno sostenute le filiere produttive, qualificando i servizi a supporto a internazionalizzazione, ricerca applicata e trasferimento tecnologico, con attenzione alle PMI. Con la nuova programmazione dei fondi strutturali 2021-2027 vanno garantiti tempestività, selettività negli interventi, priorità ai progetti di maggiori dimensioni e di sistema, partecipazione.
  2. Politiche per il lavoro di qualità.
    La priorità per la nuova legislatura deve essere il lavoro e la sua qualità, contrastando precarietà e lavoro discontinuo, con particolare attenzione ai giovani e alle donne. Sono fondamentali politiche attive per il lavoro adeguate e un ruolo centrale dei Servizi  per l’Impiego pubblici, in sinergia e con il supporto dei servizi privati accreditati, con adeguate risorse professionali ed economiche. 
    È necessario che la Regione Marche si doti di una nuova Legge Regionale sul lavoro per rendere il mercato del lavoro più inclusivo, più equo e rispondente ai nuovi e mutati bisogni, valorizzando la partecipazione e la concertazione con le Parti sociali.
  3. Legalità, appalti e sicurezza sul lavoro. 
    Legalità, trasparenza nel sistema degli appalti, lotta al lavoro nero e sommerso, tutela della salute e sicurezza sul lavoro sono temi prioritari su cui la Regione deve avere un ruolo decisivo.
    La Regione deve dotarsi di una specifica Legge regionale su legalità, appalti e contrasto al lavoro nero e irregolare che preveda anche l’adozione del DURC con indici di congruità, anche in considerazione della ricostruzione post sisma.
    Serve un forte impegno della regione sulla prevenzione e la sicurezza nei luoghi di lavoro, incrementando risorse e organici dedicati alla prevenzione e alla vigilanza.
  4. Istruzione, formazione, ricerca.
    Occorre investire e valorizzare il sistema della conoscenza: istruzione, università, ricerca, formazione e diritto allo studio, fondamentali per coniugare qualità del lavoro e innovazione. 
  5. Politiche di genere e parità.
    Vanno sviluppate azioni a garanzia della parità di genere e di contrasto a ogni forma di discriminazione. Necessaria una Legge regionale sulla parità e le pari opportunità.
  6. Sviluppo sostenibile e infrastrutture.
    Lo sviluppo sostenibile richiede un’adeguata ed efficiente rete infrastrutturale, materiali e immateriali, a partire dalle infrastrutture digitali soprattutto nelle aree interne per connettere le persone, i territori e i sistemi produttivi. Fondamentali il completamento e realizzazione di opere quali Fano-Grosseto, “Quadrilatero”, variante Falconara-Baraccolalinea ferroviaria Orte-Falconara, Salaria, Terza corsia dell’A14 a sud, riqualificazione del Porto di Ancona e raccordo con la grande viabilità, facilitando integrazione e cooperazione con le aree territoriali vicine.
    Vanno completate rapidamente le opere di edilizia ospedaliera e realizzati i nuovi ospedali ricorrendo all’appalto e superando la scelta del project financing.
  7. Ricostruzione post sisma e messa in sicurezza del territorio.
    A quattro anni dal terremoto, gli enormi ritardi vanno colmati, ricostruendo territori e comunità, e contrastando i rischi di spopolamento. La Regione deve recuperare un forte ruolo di coordinamento e controllo nella ricostruzione, garantendo massima attenzione alle condizioni dei cittadini e allo stesso tempo vigilando sul rispetto della legalità e delle norme sul lavoro, per dare prospettive certe alle comunità e rendere attrattivi i territori.
  8. Rigenerare i territori. La sfida della rigenerazione del territori necessita della partecipazione delle comunità locali e della centralità dei bisogni delle persone. Vanno integrati i sistemi sanitario, sociale e del lavoro, portando a sintesi un percorso di omogeneizzazione dei rispettivi sistemi locali: Distretti sanitari, Ambiti territoriali sociali e Centri per l’Impiego. Questa è una condizione necessaria per integrare le rispettive attività e rispondere in modo multidisciplinare a bisogni lavorativi, sociali, sanitari, abitativi, ecc. 
  9. Sanità e politiche sociali.
    sistema sanitario regionale deve garantire la salute dei cittadini, non solo con la riqualificazione della rete ospedaliera, ma soprattutto investendo nella prevenzione e nei servizi territoriali. Va completata la realizzazione di una rete diffusa e qualificata di Ospedali di comunità e Case della salute, le cui attività vanno integrate in modo efficace con il sistema di Emergenza – Urgenza e delle Cure primarie. Vanno ridotti i tempi di attesa e la mobilità extraregionale governando e contenendo l’offerta di servizi privati. Il personale va valorizzato, vanno portate a termine le stabilizzazioni e garantite nuove assunzioni.
    Prioritaria è riqualificare l’assistenza alle persone non autosufficienti a partire dagli anziani: occorre una Legge regionale per la non autosufficienza e l’invecchiamento attivo con adeguati finanziamenti.
    Le politiche sociali devono essere una priorità e contando su adeguati finanziamenti, per garantire coesione e superamento di diseguaglianze e condizioni di disagio. Va ripristinato il Fondo regionale indistinto per le politiche sociali e garantita un’adeguata rete di servizi per l’infanzia e l’adolescenza a partire dall’ampliamento della rete dagli asili nido.
  10. Politiche tributarie e tariffarie.
    Nelle politiche tributarie e tariffarie va rafforzato il carattere progressivo dell’addizionale IRPEF regionale e va rivista la struttura dell’IRAP superando forme agevolative non giustificabili. L’indicatore dell’ISEE va assunto in modo generalizzato dalle attività regolamentate dalla Regione.
  11. La sfida del riordino istituzionale.
    La Regione deve promuovere e sostenere forme di gestione associata e di fusione dei Comuni per garantire efficienza e adeguatezza nell’esercizio delle funzioni locali. Per quanto concerne il regionalismo differenziato occorre ribadire che una maggiore autonomia è possibile solo in un quadro solidaristico e unitario del Paese e garantendo i livelli essenziali delle prestazioni a livello nazionale.
  12. Relazioni sindacali.
    È indispensabile restituire pieno significato al concetto di partecipazione democratica attraverso un fattivo e costante confronto tra Istituzioni e parti sociali.

CGIL
http://www.marche.cgil.it/2020082601.htm

CISL
https://cislmarche.it/notizie/elezioni-regionali-20-21-settembre-2020-le-marche-di-domani-le-proposte-di-cgil-cisl-uil-marche-lavoro-sostenibilita-sociale-e-ambientale-coesione-e-sviluppo

UIL
https://www.uil-marche.it/2020/08/25/le-marche-di-domani/

2020/08/31 • VivereMarche

2020_08_31-VivereMarche

Ancona: Legambiente incontra i candidati alle prossime elezioni regionali

Appuntamento sabato 5 settembre alle ore 11:30 presso il Centro Papa Giovanni XXIII ad Ancona. Legambiente: “Urgente una nuova politica che metta al centro l’ambiente e la lotta ai cambiamenti climatici” 

Contrastare l’incedere dei cambiamenti climatici: questa deve essere la grande missione della prossima Amministrazione Regionale della Marche. Questa è l’unica grande richiesta che Legambiente farà ai prossimi candidati alla Presidenza della Regione Marche in occasione dell’incontro, promosso dall’associazione ambientalista per confrontarsi con le forze politiche sui temi dell’ambiente e del futuro di questa regione, in programma sabato 5 settembre alle ore 11:30 presso il Centro Papa Giovanni XXIII a cui prenderà parte anche il Presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani.

“La lotta ai cambiamenti climatici è la vera grande sfida che tutta la comunità marchigiana deve porsi – commenta Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche -. Arrestare la violenza metereologica a cui stiamo assistendo in queste ultime ore è un obbligo a cui non possiamo più sottrarci. Il nostro appello a tutta la politica è di mettere al centro l’ambiente perché solo questo oggi può garantire di offrire una grande opportunità per tenere insieme sano sviluppo territoriale e uno sviluppo economico rispettoso dell’ambiente, qualità della salute e della vita dei cittadini e garantire coesione sociale”.

Legambiente presenta il suo “Manifesto dell’ambiente per le Marche” in cui sono riportati obiettivi e azioni da intraprendere con urgenza nei prossimi anni che saranno oggetto del confronto con i candidati alla Presidenza della Regione Marche. Riconversione ecologica dell’economia; sconfiggere le ecomafie e la criminalità ambientale; coinvolgere sempre più i giovani; promuovere la giustizia ambientale e sociale sono le basi per direzionare la politica dei prossimi anni e destinare risorse e progettazioni. Le proposte dell’associazione ripartono dalla delibera “Scelte Strategiche della Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile” approvata nei mesi scorsi dalla Regione Marche, con l’obiettivo di costruire un percorso concreto e fattuale che porti le Marche ad essere una regione innovativa, competitiva e in grado di scommettere sul futuro.

Sostenere la crescita dell’economia circolare, continuare a sviluppare la produzione di energie rinnovabili, tutelare la biodiversità e promuovere il valore delle aree protette, innovare il sistema di trasporto pubblico, ricostruire l’Appennino in chiave innovativa, fermare il consumo di suolo a favore di un grande piano di rigenerazione urbana sono solo alcuni degli strumenti che Legambiente elenca nelle sue proposte.

Per partecipare all’incontro, a causa delle restrizioni dovute al Covid, è necessario scrivere a info@legambientemarche.org e attendere conferma per evitare qualsiasi forma di assembramento.

https://www.viveremarche.it/2020/09/01/ancona-legambiente-incontra-i-candidati-alle-prossime-elezioni-regionali/826939/

2020/08/25 • ANSA

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Regionali, da CGIL, CISL, UIL, elenco priorità a candidati

Previsti incontri unitari con aspiranti presidenti

Lavoro, sostenibilità sociale e ambientale, coesione e sviluppo. Queste le tematiche che CGIL, CISL e UIL sottoporranno ai candidati presidenti alla Regione Marche. Il documento dei sindacati è stato inviato agli aspiranti governatori e sarà oggetto di un confronto, non una seduta plenaria con tutti i candidati, ma incontri unitari: hanno già aderito Mangialardi, Acquaroli, Mancini e Mercorelli.

Dodici i punti di priorità del territorio, secondo CGIL, CISL e UIL. Tra i primi c’è il lavoro come contrasto alla precarietà e alla discontinuità, per il quale i sindacati chiedono una legge regionale.”Veniamo da anni di crisi economica aggravata dal sisma e ora dalla pandemia – ha detto Daniela Barbaresi, segretario generale CGIL – c’è bisogno di risposte nuove per rilanciare il tessuto sociale ed economico”. Punto focale anche la trasparenza degli appalti, anche in considerazione della ricostruzione post sisma. Ad illustrare i punti, durante una conferenza stampa, anche i segretari generali di CISL e UIL, Sauro Rossi e Claudia Mazzucchelli.

https://www.ansa.it/marche/notizie/2020/08/25/regionali-da-cgil-cisl-uil-elenco-priorita-a-candidati_b4be7253-90ae-4f5c-bf6c-293f0dfeaf5e.html